Appuntamento a Roma lunedì 25 novembre alle ore 20.45 al Teatro Brancaccio (Via Merulana, 244) con “Il Rigore che non c’era”, l’ultimo lavoro di Federico Buffa scritto a quattro mani con Marco Caronna e prodotto da International Music and Arts.
Biglietti da € 28,50 a € 39,00; per tutte le info: https://www.teatrobrancaccio.it/ – tel. 06/80687231.
“Il Rigore che non c’era” è una riflessione sul destino: a un certo punto di una qualsiasi partita, un qualunque arbitro decide di fischiare un rigore, giusto o sbagliato, vero o falso. In quel momento, quello in cui la sorte ci mette davanti a un bivio, con una porta rossa o una porta nera da aprire per proseguire il cammino, cambia la vita di tutti.
Ed è così che comincia il viaggio di Buffa, interrogandosi sul destino che avrebbe potuto essere diverso, tra esistenze e sliding doors. Il “Rigore” si snoda con una caratteristica nuova per lo storyteller: non si tratta solo di storie a sfondo sportivo. Racconta, con leggerezza, di persone che hanno scelto, prima che l’arbitro fischiasse: di Garrincha e il Loco Housemann che svendono la loro vita scintillante a una bottiglia, di Mandela che decide di resistere 27 anni in carcere, di Billie Holiday che canta “Strange fruits” negli stati del sud, di Lebron James o di Colin Kaepernick che cantano della stessa cosa sui rispettivi campi da gioco.
Buffa arriva in un luogo imprecisato nel tempo e nello spazio, una sorta di Purgatorio nel quale incontra un pianista – Alessandro Nidi, e un sedicente speaker – Marco Caronna, di una fantomatica radio notturna. I due masticano musica, lo speaker provoca, lancia domande, svicola continuamente per non rivelare a Buffa che è finito in un posto da cui non si può più uscire. I due personaggi sembrano fatti apposta per mischiare le carte, per portare la riflessione verso la casualità della vita: cosa sarebbe successo se Picasso avesse finito il blu, se Von Braun fosse rimasto in Germania e sulla luna forse non ci sarebbe ancora andato nessuno, se Ringo Starr non avesse incontrato gli altri tre Beatles, se JFK non avesse usato la decappottabile quel pomeriggio a Dallas…Insieme a loro sul palco, una donna – Jvonne Giò che canta, e sembra guidare le danze, un passo avanti agli altri. È lei a far balenare l’idea che il destino forse non ci lascia una scelta, che le porte da aprire non sono sempre due.
Queste le date in calendario: 9 ottobre Lendinara – RO (Teatro Ballarin), 10 ottobre Modena (Palapanini), 17 ottobre Cremona (Teatro Ponchielli), 24 ottobre Casale Monferrato – AL (Teatro Municipale), 25 ottobre Cuneo (Teatro Toselli), 27 ottobre Asti (Teatro Alfieri), 7 novembre Belluno (Teatro Comunale), 8 novembre Mantova (Grana Padano Theatre), 13 novembre Ferrara (Teatro Nuovo), 14 novembre Pordenone (Teatro Verdi), 15 novembre Trento (Auditorium Santa Chiara), 16 novembre Montebelluna – TV (Palamazzavolo), 17 novembre Schio – VI (Teatro Astra), 23 novembre Firenze (Tuscanyhall), 25 novembre Roma (Teatro Brancaccio), 26 novembre Avezzano – AQ (Teatro dei Marsi), 6 dicembre Ivrea (Teatro Giacosa), 9 dicembre Milano (Teatro Nazionale), 10 dicembre Brugherio – MB (Teatro San Giuseppe), 12 dicembre Cassano Magnago – VA (Teatro Auditorio), 14, 15 e 16 dicembre Ravenna (Teatro Alighieri), 17 dicembre Cesenatico – FC (Teatro Comunale), 18 dicembre Foligno – PG (Auditorium San Domenico), 20 dicembre Fabriano – AN (Teatro Gentile da Fabriano).