Trentatre anni fa arrivava “Misplaced Childhood”: il primo vero e proprio concept album dei Marillion. Il disco rimase in cima alla prestigiosa chart inglese per 41 settimane. Siamo nel 1985, periodo d’oro del pop, dopo il successo dei precedenti dischi ecco arrivare, per la band inglese, l’ora della consacrazione. Basti pensare che Kayleigh, il singolo di maggior successo del disco, conquistò la vetta della classifica nel Regno Unito, e delle classifiche europee – cosa mai successa prima per una band progressive.
L’album capolavoro dei Marillion e i classici della band da “Script for a jester’s tear” (1983), “Fugazi” (1984), “Clutching at straws” (1987) suoneranno dal vivo con STEVE ROTHERY leggendario chitarrista e fondatore del gruppo nell’unica data italiana del tour mondiale a Milano, Teatro dal Verme, lunedì 13 Marzo.
Commentando l’album che trasformò i Marillion in autentiche rockstar, Steve Rothery dichiarò: “Con il disco MISPLACED CHILDHOOD cambiò tutto. Quasi come se fosse giunto il momento di quadrare il cerchio. La nostra musica, senza snaturarla minimamente, piaceva a tanti”.
Ecco la band che supporterà il chitarrista sul palco del prestigioso Teatro Dal Verme di Milano: Steve Rothery, chitarra; Dave Foster, chitarra (Mr. So & So); Yatim Halimi, basso (Panic Room); Leon Parr, batteria (Mr. So & So); Riccardo Romano, tastiere (RanestRane); Martin Jakubski, voce (Stillmarillion).
I musicisti, tranne Jakubski, sono quelli che hanno suonato in LIVE IN PLOVDIV (disco del 2013, tranne Riccardo Romano), LIVE IN ROME (2014) e THE GHOSTS OF PRIPYAT (2014). In quest’ultimo, uno splendido primo album di Rothery “solista” in studio, sono incluse le hit: Orpheus e The Old Man And The Sea) suonate entrambe con Steve Hackett, ex Genesis, e Steven Wilson (in The Old Man And The Sea), anima dei Porcupine Tree, oggi artista di punta del Prog 2.0 (che aveva già incrociato i Marillion in Marillion.com e Marbles, e che nel 2017 ha curato l’edizione del remissata di Misplaced Childhood).
Il concerto di Milano sarà diviso in due parti, vista anche la notevole durata, e permetterà all’ascoltatore di entrare profondamente nelle emozioni espresse dalla musica.